In oltre trent’anni di attività ho avuto la fortuna di avere esperienze lavorative molto diverse, in città e in contesti sempre nuovi e stimolanti.

Dopo gli studi e le prime esperienze a Genova, ai primi anni di entusiasmanti permanenze in importanti studi in Italia e all’estero hanno fatto seguito 15 anni di studio associato a Milano e dal 2010 lo sviluppo di nuove competenze nel recupero e nel restauro lavorando in Toscana, principalmente in proficua collaborazione con l’arch. Bolko von Schweinichen a Firenze.

Alcuni principi sono importanti e portanti ora così come lo erano all’inizio della carriera, più di trent’anni fa:

  • Da vent’anni l’attenzione agli aspetti ambientali, ecologici ed energetici, della sostenibilità in senso lato sono alla base di quasi tutti i miei progetti alle diverse scale: dai piani urbanistico- paesaggistici con i quali vanno prese le prime decisioni fondamentali, ai dettagli costruttivi e alla difficile scelta dei materiali, con la consapevolezza che in questa fase noi architetti possiamo concretamente incidere con il nostro lavoro e le nostre testimonianze. Anche nei convegni ai quali partecipo come relatore e quando sono chiamato ad illustrare il mio lavoro, l’attenzione alla sostenibilità generale del progetto è sempre centrale; negli ultimi anni diversi committenti hanno seguito di buon grado le nostre indicazioni, con più sostanza e meno apparenza, più attenzione alla sostenibilità e meno a certi formalismi e richiami modaioli.
  • L’attenzione al contesto, fisico e culturale, con un approccio inizialmente umile e attento nella ricerca dei caratteri dei luoghi, nella lettura dei segni, nell’intuire quali cambiamenti gli edifici e i paesaggi esistenti richiedono e consentono, nell’interpretare le relazioni tra gli edifici, tra l’interno e l’esterno, con il paesaggio vicino e lontano.
  • La priorità dell’etica che si concretizza nell’impostazione di rapporti corretti con committenti, amministrazioni, imprese, artigiani; si traduce in chiarezza, precisione e chiara divisione delle responsabilità, con un’attiva collaborazione durante la formulazione del programma e la successiva gestione dei processi realizzativi.
  • L’organizzazione e gestione del lavoro dello studio non come in una grande orchestra dove ognuno è più o meno specializzato, ma come in un gruppo che suona musica contemporanea, moderna, jazz e fusion, dove ognuno deve conoscere diversi repertori, deve avere la voglia e l’ambizione di improvvisare, di fare il solista e lavorare all’unisono, deve conoscere e saper accordare diversi strumenti. La collaborazione con colleghi architetti, vecchi e giovani, con ingegneri specialisti, paesaggisti, agronomi, geologi, storici, archeologi, tecnologi di varie branche si sviluppa ogni anno e porta nuove conoscenze, nuova curiosità, nuove competenze al lavoro che procede in gruppi più o meno allargati e complessi.
  • I maestri: dall’università ai primi anni di lavoro e ancora prima. Ho respirato l’architettura in famiglia, in una luminosa casa progettata da Franco Albini e con i racconti degli zii architetti. All’università di Genova ai primi insegnamenti di Enrico Bona che ci stimolava a conoscere l’architettura contemporanea, di Guido Campodonico, preciso discepolo dei grandi maestri del moderno ma al contempo attento conoscitore della sua terra ligure, fanno seguito incontri fondamentali, con Giancarlo De Carlo e gli architetti del Team Ten.   Attorno a Giancarlo De Carlo, negli anni più importanti per la nostra formazione, si è creato a Genova un nucleo di studenti e assistenti insieme ai quali con entusiasmo, furore creativo e voglia di confrontarsi con il mondo siamo cresciuti e siamo diventati consapevoli.   All’Ilaud di Siena il confronto con il giovane tutor Enrique Miralles, geniale e così diverso, in Olanda l’apprendistato nello studio di Herman Hertzberger, grande interprete della tradizione olandese, è stato arricchito dallo studio della architettura olandese contemporanea con interviste allo stesso H.H. e ad Aldo Van Eyck.   Con Alberto Mioni, urbanista e fine conoscitore della città e del territorio, si sono messi in pratica i preziosi insegnamenti assorbiti e affinata la capacità di lettura dei fenomeni urbani. A Milano, lavorando per anni a fianco di Marco Zanuso e Pietro Crescini, seguendo lo sviluppo e la costruzione di edifici molto complessi e sofisticati si sono acquisite al contempo competenze tecniche, precisione e rigore formale, voglia di sperimentare che acuisce l’intuizione e gusto del dettaglio.    Molti altri incontri e collaborazioni hanno contribuito anche negli anni successivi a mantenere vivo l’entusiasmo e a sviluppare i temi progettuali, primo fra tutti l’ing. Gabriele Del Mese, di Arup Italia, che mi ha fatto riscoprire il piacere della disciplina e del rigore nella progettazione.   

Io stesso da anni sono maestro per tanti giovani che escono dalle nostre università, purtroppo spesso con scarso entusiasmo, modeste aspettative e nessun metodo. E’ su questi aspetti che cerco di lavorare, più che sulle conoscenze tecniche che bene o male vengono comunque gradualmente acquisite.

  • Come per i luoghi e le città i nostri progetti vengono impostati e arricchiti dalla progressiva lettura e interpretazione della realtà che andiamo a trasformare, così con i committenti privati privilegiamo e ricerchiamo intense relazioni di autentica collaborazione e scambio, evitando assolutamente, in special modo per le residenze, di farci guidare unicamente dalla nostra creatività e ispirazione personali, ma cercando di far emergere le aspirazioni, i sogni, le aspettative dei nostri committenti.
  • Gusto per il dettaglio costruttivo, sviluppato sempre con collaborazioni strette e intense con i costruttori e con gli artigiani, carpentieri, fabbri, falegnami, vetrai, marmisti, restauratori, fonti inesauribili di sapere, di consigli, di dubbi e inviti alla prudenza. D’altra parte la pratica di cantiere, specialmente in situazioni particolarmente complicate, ci ha confermato l’importanza del disegno di architettura, come unico strumento di controllo unitario del progetto e delle operazioni che si susseguono e si accavallano nei moderni cantieri.
  • L’approfondimento e la partecipazione ad altre attività ed esperienze: da dieci anni seguo gli insegnamenti del maestro dott. Claudio Naranjo, recentemente scomparso, attraverso la sua scuola SAT, con corsi residenziali, conferenze e incontri. SAT è l’acronimo di Seeker after Truth e utilizza come strumenti di indagine della coscienza la pratica della meditazione, l’attenzione al presente, la quiete interiore, la contemplazione; attraverso la psicologia degli Enneatipi approfondisce l’aspetto emozionale e cognitivo del carattere, la sua origine nelle relazioni primarie e l’origine psico-spirituale della sofferenza. Altri aspetti del programma sono una nuova forma di teatro trasformatore, la coltivazione della spontaneità e attraverso il movimento, la consapevolezza sensoriale e un processo di attenzione a se stessi, che spesso lascia un effetto permanente e favorevole nella mente e nella vita.